Giapponese

giapponese

La nostra Associazione propone ai propri iscritti anche la lingua giapponese, sia nei corsi gratuiti che in quelli di proseguimento.

La lingua giapponese attuale è scritta utilizzando tre diversi tipi di caratteri: un alfabeto ideografico (i kanji) e due alfabeti fonetici sillabici (gli hiragana e i katakana).

Foneticamente il giapponese è piuttosto semplice, sicuramente molto più semplice dell’inglese, anche perché i suoni usati per parlare in giapponese sono simili a quelli dell’italiano. Ad esempio, esistono 5 vocali che si pronunciano più o meno come in italiano.

Anche la grammatica non è particolarmente difficile. Ad esempio il verbo ha solo due tempi (un presente che serve anche da futuro e un passato) e non si coniuga a seconda delle persone (in questo è simile all’inglese: I go, you go, we go, they go); non esiste in giapponese nulla di simile alla complessità del verbo italiano.

Esistono tuttavia alcune difficoltà legate alla ricchezza di espressioni che descrivono quello che potremmo chiamare aspetto “soggettivo” o “interpersonale” dell’azione.

In generale la logica a cui obbedisce la sintassi della frase ha aspetti parecchio diversi dalle lingue europee; studiando il giapponese ci si rende conto di quanto le lingue europee che solitamente studiamo (italiano, inglese, francese, tedesco) siano simili tra di loro.

La scrittura è invece decisamente difficile. Per poter leggere un testo di media difficoltà occorre conoscere circa un paio di migliaia di kanji, ciascuno dei quali generalmente ha più di una lettura possibile; naturalmente memorizzare la forma, la lettura e l’uso di un numero così grande di caratteri richiede un impegno costante e prolungato.

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Il fatto che la scrittura sia principalmente ideografica rende piuttosto indipendente l’apprendimento della lingua parlata da quello della lingua scritta.

Per quanto riguarda la lingua parlata, mi sembra che il tempo necessario non sia sostanzialmente diverso da quello richiesto ad esempio per l’inglese o il francese, cioè in un paio d’anni si dovrebbe essere in grado di esprimersi a livello elementare e cavarsela nelle necessità di ogni giorno.

L’apprendimento della lingua scritta è invece più difficile e sicuramente richiede un tempo più lungo (parecchi anni): si pensi ad esempio che gli stessi giapponesi completano lo studio dei jôyô kanji solo all’ultimo anno delle scuole superiori (un migliaio di kanji vengono insegnati alle scuole elementari, il rimanente migliaio alle scuole superiori).

La quantità di materiale didattico per lo studio del giapponese disponibile in lingua inglese è incomparabilmente superiore a quella in lingua italiana. Senza contare che la lingua giapponese moderna ha assorbito un grande numero di parole di origine inglese.